Ictus: cause, sintomi e rimedi
Indice
- Tipi di ictus
- Ictus ischemico
- Ictus emorragico
- Cause
- Ictus: Sintomi
- Cura
- Conclusioni
Il corpo è una macchina perfetta, ma basta un problema per metterla a dura prova e far arrivare conseguenze più o meno gravi. Tra le problematiche più serie c’è sicuramente l’ictus. Scopriamo le cause, i sintomi e i rimedi!
Ancora oggi, nonostante i passi da gigante della scienza e l’informazione, l’ictus rappresenta una delle principali cause di disabilità e purtroppo di morte.
Questa condizione arriva a seguito di una riduzione o un mancato apporto di sangue ossigenato al cervello dovuto a un’ostruzione o una rottura di un vaso sanguigno.
La chiusura o la rottura di un vaso o un’arteria cerebrale comporta la morte delle cellule circostanti, ormai incapaci di vivere senza nutrimento e ossigeno.
Purtroppo questa condizione non riguarda soltanto le persone ultra sessantenni, ma coinvolge anche i giovani (specie se interessati da malattie cardiovascolari).
Tipi di ictus
Prima di approfondire le cause e cosa succede in caso di ictus è indispensabile fare una distinzione tra ictus ischemico e ictus emorragico.
Ictus ischemico
L’ictus ischemico viene determinato da un blocco o una chiusura di un’arteria che porta il sangue al cervello ed è la forma più comune.
Può avere origine aterotrombotica (cioè dovuto alla formazione di un coagulo in prossimità di una placca aterosclerotica) o di origine embolica (cioè determinato dalla formazione di un embolo in un vaso arterioso).
Ictus emorragico
L’ictus emorragico si manifesta a seguito della rottura di un vaso che porta il sangue al cervello: l’emorragia cerebrale causa danni ai tessuti circostanti. È meno frequente, ma più grave.
A seconda dell’emorragia si può parlare di ictus intra-assiale (rottura del vaso nell’area cerebrale) e ictus extra-assiale (rottura del vaso e formazione di un ematoma al di fuori del tessuto cerebrale).
Cause
La causa principale dell’ictus è una riduzione o un mancato apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello.
Nella maggior parte dei casi questa condizione viene favorita dalla formazione di un trombo o un embolo all’interno di un vaso o un’arteria, anche se non mancano i casi di rottura di un’arteria cerebrale.
A predisporre l’insorgenza di questa condizione possono essere vari fattori di rischio, detti fattori non modificabili e fattori modificabili.
- Fattori non modificabili – In questa categoria rientrano tutti quei fattori non modificabili e per i quali non c’è soluzione, come per esempio l’età (dai 55 in poi), il sesso (maggiore incidenza per gli uomini) e la predisposizione familiare (casi in famiglia).
- Fattori modificabili – È il caso dei vizi (fumo e alcol), della dieta scorretta (cibi grassi, prodotti raffinati e junk food) e dello stile di vita sedentario, cioè tutti quei fattori che predispongono all’arrivo di malattie cardiovascolari, ipertensione, colesterolo alto, aterosclerosi e diabete. Inoltre l’ictus include tra le sue cause anche lo stress. Per fortuna sui fattori modificabili si può lavorare cambiando alcuni comportamenti e assumendo un farmaco o un integratore come Cardioactive.
Ictus: Sintomi
Nella maggior parte dei casi l’ictus è provocato da un mancato apporto di sangue ossigenato in una determinata area del cervello e questo comporta un’alterazione delle funzioni alle quali è deputata.
Anche se i sintomi dell’ictus cambiano in base all’area del cervello coinvolta è possibile tracciare l’identikit della sintomatologia più comune.
Cosa ti fa capire se si tratta di ictus? I 7 sintomi dell’ictus sono un’incapacità di spostare un braccio o una gamba (ma anche entrambi dello stesso lato), una torsione della bocca, una difficoltà nel comporre parole, uno stato di confusione, una certa difficoltà a vedere, un’incapacità di afferrare un oggetto e un mal di testa insolito.
Quanto tempo prima si avvertono i sintomi dell’ictus? Dal punto di vista clinico si può parlare di ictus quando i sintomi perdurano per oltre 24 ore e non sono collegati a cause diverse. In caso contrario, invece, si fa riferimento all’attacco ischemico transitorio (TIA).
Cura
Non è possibile trascurare l’ictus, visto che più esteso è il danno e più gravi saranno le conseguenze sulla qualità di vita (ma anche sulla vita stessa).
È necessario considerarlo un’emergenza sanitaria da trattare con un approccio terapeutico variabile in base al tipo di ictus.
- Ictus emorragico – Lo specialista può intervenire con una terapia trombolitica tarata sul fattore di rischio che però potrebbe aggravare l’emorragia oppure con un’operazione (tecnica endovascolare o intervento chirurgico in caso di rottura di un aneurisma o di sanguinamento di malformazioni arterovenose).
- Ictus ischemico – È possibile intervenire con una trombolisi sistemica (apertura dell’arteria ostruita dal coagulo che, seppur efficace, rischia di provocare sanguinamenti) o con procedura endovascolare (rimozione del coagulo attraverso un catetere inserito nell’arteria femorale e somministrazione di un farmaco trombolitico oppure trombectomia con la rimozione del trombo).
Quando si muore di ictus? Se di ictus ischemico si guarisce, l’emorragia cerebrale può condurre alla morte in oltre la metà dei casi. Inoltre dopo l’ictus, anche quando si è fuori pericolo, l’episodio lascia strascichi: si hanno il 20% di possibilità di morire nell’arco dei 30 giorni successivi all’evento e il 30% nel primo anno.
La prevenzione è importante e si realizza nella modifica dei fattori modificabili. Cosa fare? Smettere di fumare; ridurre l’assunzione di alcolici e superalcolici; seguire un regime alimentare sano ed equilibrato; dedicarsi a un’attività fisica regolare; assumere integratori per gestire l’ipertensione e il colesterolo alto.
Conclusioni
L’ictus comporta conseguenze gravi o peggio può portare alla morte: la prevenzione resta l’unica arma per evitare i risvolti estremi di questa condizione. Come fare? Tenendo a bada tutti i fattori modificabili che potrebbero aprire la porta all’ictus.